Archivio per febbraio, 2009


Tratto da "E’ una vita che ti aspetto" – Fabio Volo

"Mi piaceva molto, mi faceva sentire come un
adolescente. Mi piaceva stare con lei anche quando non c’era. Nel senso che, se
ero solo, mi piaceva pensarla e mi sembrava che fosse lì con me. Mi ritrovavo
spesso durante il giorno a sorridere pensando a lei. Era un modo di amarla. Mi
piaceva anche sentire quel leggerissimo e delicato dolore quando ci salutavamo
prima di lasciarci. E nell’arco di tempo da quel momento a quando poi l’avrei
rivista, coltivavo l’amore per lei osservando e vivendo il mondo. Raccoglievo l’amore per tutto il mondo per poterglielo raccontare e donare. A volte, mentre parlava, non la sentivo
più. Rimanevo incantato dalla sua bellezza e, fissandola,mi perdevo in viaggi
immaginari fatti di noi, fatti di cose che volevo vivere con lei. Inoltre, ciò che lei rappresentava in quella fase della mia vita la rendeva ancora più affascinante. Lei era anche una nuova occasione d’essere migliore. Con lei si azzerava tutto. E’ sempre stato così: incontri qualcuno che non conosci e quel qualcuno, a differenza dei tuoi amici, ti conosce per ciò che sei. Per ciò che sei in quel momento. Questa persona non è condizionata da chi eri o da che cosa avevi fatto nel passato. E, onestamente, non tutti gli anni della tua vita sei stato fighissimo. Lei mi piaceva molto, ma soprattutto
con lei “mi” piacevo molto. Ogni istante era speciale. Non aspettavo più giornate
speciali e colorate, ma ero io a renderle speciali, ero io a colorarle."